Negli ultimi anni l’emittente locale Primocanale in sintonia con qualche politico locale, cita spesso la mancanza di “continuità territorale (CT) come uno dei problemi del nostro aeroporto.

Ogni volta mi chiedo a cosa si riferiscano esattamente e perché faccio molto fatica a capire viene richiesto.

Come riporta il sito della Camera dei Deputati, con il termine continuità territoriale, si indicano infatti quegli strumenti legislativi che hanno lo scopo di garantire i servizi di trasporto ai cittadini abitanti in regioni disagiate della nazione a cui appartengono, “ovvero di rafforzare la coesione tra le diverse aree di uno stesso Stato, superando svantaggi connessi alla loro lontananza, irraggiungibilità o difficoltà di accesso”.

Nel concreto significa che territori particolarmente isolati e difficili da raggiungere con qualsiasi mezzo (vedi ad esempio alcune isole come Lampedusa e Pantelleria) venga istituito un collegamento aereo che in economia di mercato non esisterebbe perché in perdita. Allora interviene lo Stato e gli enti locali allocando sussidi pubblici (a costo delle collettività). Questo aiuta quindi questi territori isolati ad essere collegati ad una delle città più importanti della terraferma per poter usufruire di servizi primari (quali assistenza medica ecc..).

Purtroppo negli ultimi anni in Italia si è osservato un utilizzo spesso “maldestro” di questo strumento che molte volte, con la scusa della continuità territoriale, ha permesso di attivare rotte non corrispondenti a veri bisogni di CT e con vettori “discutibili”. Questo essenzialmente per permettere al politico locale di rivendicare l’attivazione di voli dal proprio aeroporto locale, spesso con forti costi economici e pessimi risultati in termini di passeggeri.

Per Genova invece non è mai stato chiarito su quale/i rotta/e fosse necessario attivare la continuità territoriale con oneri di servizio pubblico. Di certo non con Roma che è la destinazione con attualmente più voli e frequenze da Genova, ben 4 voli al giorno con ITA Airways. Perché mai tutta la collettività dovrebbe farsi carico di finanziare una rotta che: 1. già esiste 2. funziona in regime di libero mercato 3. è aperta alla concorrenza. 4. ha un’offerta ottimale in termini di frequenze. Prevediamo in tal senso ancora più dura sarebbe l’Unione Europea. E quindi a quale rotta da Genova corrisponderebbe il bisogno di CT? Mistero.

Questo non significa affatto che l’aeroporto non abbia bisogni di incrementare fortemente il numero di vettori che vi transitino e il network di destinazioni con voli sia di feederaggio che lowcost. Semplicemente la CT non è lo strumento previsto a questo scopo.

Aggiungiamo inoltre che quando una rotta viene sottoposta a oneri di servizi pubblico, questa viene aggiundica ta al vettore che propone la miglior offerta economica (pùo essere al ribasso) e che non sempre si rivela la scelta migliore per i suoi utilizzatori. Mettiamo ad esempio che la rotta su Roma Fiumicino venisse messa a gara e questa fosse vinta da un vettore come Volotea o Aeroitalia. Il passeggero da Genova sarebbe infatti penalizzato, perdendo infatti tutte le connessioni che ITA Airways offre sul corto, medio e lungo raggio sia direttamente che attraverso suoi partner in code-share o con accordi di interline (che altri vettori non hanno).

Perché non viene richiesto agli Enti locali istituzionali e non (Regione Liguria, Comuni, Camera di Commercio ecc…) vere politiche a supporto dello sviluppo di nuovi collegamenti aerei? Quanti investimenti vengono fatti dalla Regione Liguria in tal senso. quanti soldi spesso in attività di co-marketing per lo start-up di nuovi voli? Come viene impiegata la city tax dei Comuni e quanto re-investito per potenziale l’aeroporto? La Camera di Commercio (attuale socio dell’aeroporto) che ruolo concreto ha?

Anziché parlare e richiedere finanziamenti verso personaggi discutibile, quante volte i nostri rappresentati locali hanno contattato e incontrato i vertici di compagnie aerea. Uscendo dal feudo ligure vediamo presidenti di Regione, assessori al turismo ed enti molto pro-attiviti. Le due nuovi basi Ryanair in Italia a Trieste e Reggio Calabria sono proprio frutto di queste attività (riduzione della tassa comunale a Trieste e ingenti finanziamenti pubblici a Reggio Calabria tra le altre cose). Non siamo un grosso e ricco bacino di traffico, se non andiamo a prenderci i traffici e strapparli con le unghie questi non arriveranno da soli.

Purtroppo prima ho cito Roma perché i policiti e taluni imprenditorI locali pensano che il mondo si fermi a Roma e temo che quando parlino di CT intendano solo quella destinazione. Perché, ovviamente, il cittadino o l’imprenditore che deve andare in una qualsiasi altra città per i propri interessi o affari sono problemi suoi… Se devi andare a Trieste o Berlino ti arrangi, ma Roma è sempre Roma…


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